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Premio Strega Poesia 2023: l’elenco dei 44 libri da cui sarà selezionata la cinquina

Premio Strega Poesia 2023: l’elenco dei 44 libri da cui sarà selezionata la cinquina

Il Comitato scientifico del Premio Strega Poesia 2023 – composto da Maria Grazia Calandrone, Andrea Cortellessa, Mario Desiati, Elisa Donzelli, Roberto Galaverni, Valerio Magrelli, Melania Mazzucco, Stefano Petrocchi, Laura Pugno, Antonio Riccardi, Enrico Testa e Gian Mario Villalta – ha scelto le 44 opere che accedono alla selezione della cinquina.

Il nuovo prestigioso riconoscimento dedicato alla poesia nazionale – utile a conoscere i nuovi rappresentanti della poesia patria e le case editrici che se ne occupano – vede in corsa:

Fabiano AlborghettiCorpuscoli di Krause, GCE;

Cristina AlziatiQuarantanove poesie e altri disturbi, Marcos y Marcos;

Giambattista AnastasioTutto è incontro, La Gru;

Silvia BreLe campane, Einaudi;

Antonio BuxGemello falso, Avagliano;

Guido CaserzaCanto dei morti sul lavoro, Zona;

Roberta CastoldiLa formula dell’orizzonte, AnimaMundi edizioni;

Diletta D’AngeloDefrost, Interno Poesia Editore;

Claudio DamianiPrima di nascere, Fazi;

Eugenio De SignoribusNel villaggio oscuro. Poetica e poesia, Manni;

Francesca Del MoroEx madre, Arcipelago Itaca;

Gabriel Del SartoSonetti bianchi, L’Arcolaio;

Tommaso Di DioNove lame azzurre fiammeggianti nel tempo, Scalpendi;

Anna Maria FarabbiLa via del poco,Al3vie;

Umberto FioriAutoritratto automatico, Garzanti;

Gabriele FrascaLettere a Valentinov, Luca Sossella Editore;

Bruno GalluccioCamera sul vuoto, Einaudi;

Aimara GarlaschelliNel nome della madre, Einaudi;

Francesca GentiLa ballata di Nina Simone, HarperCollins Italia;

Massimo GezziSempre mondo, Marcos y Marcos;

Andrea GibelliniPlanetario e altre osservazioni, Marcos y Marcos;

Barbara GiulianiBianca, Neo Edizioni;

Federico ItalianoLa grande nevicata, Donzelli;

Vivian LamarqueL’amore da vecchia, Mondadori;

Eva LaudaceLe bambine dai capelli rossi. Una favola teatrale, Capire Edizioni;

Paolo MaccariQuaderno delle presenze, Le Lettere;

Simona ManciniDi madre nuda, Pequod;

Gianni MontieriAmpi margini, LiberAria Editrice;

Aldo NoveSonetti del giorno di quarzo, Einaudi;

Lorenzo PataroAmuleti, Ensemble;

Daniele PicciniPer la cruna, Crocetti;

Gilda PolicastroLa distinzione, Giulio Perrone Editore;

Fabio PusterlaTremalume, Marcos y Marcos;

Adriano SansaAl di là dell’ombra, Elliot;

Mario SantagostiniIl libro della lettera arrivata, e mai partita, Garzanti;

Gabriella SicaPoesie d’aria, Interno Libri Edizioni;

Stefano SimoncelliSotto falso nome, Pequod;

Christian SiniccoBallate di Lagosta, Donzelli;

Francesco TarghettaLa colpa al capitalismo,La nave di Teseo;

Francesco TerzagoCiberneti, Samuele;

Mary Barbara TolussoApolide,Mondadori;

Lucia TrioloSulle pendici dell’altro, Macabor;

Lello VoceRazos, La nave di Teseo;

Viola VocichOrgasmo, Terre Blu.

La cinquina del Premio Strega Poesia 2023 al Salone del Libro

La cinquina finalista della prima edizione del Premio Strega Poesia, promosso da Fondazione Maria e Goffredo Bellonci e Strega Alberti Benevento in collaborazione con BPER Banca e Parco Archeologico del Colosseo, sarà annunciata venerdì 19 maggio, ore 16.45, al Salone Internazionale del Libro di Torino. Condurrà l’incontro Neri Marcorè.

Premio Strega Poesia 2023: l’elenco dei 44 libri da cui sarà selezionata la cinquina – GLICINE (glicineassociazione.com)

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Anna Maria Farabbi In concorso con: 2023: La via del poco, Al3vie

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Il primo verdetto del Premio Strega Poesia

Sono quarantaquattro le opere selezionate che aspirano alla cinquina finalista

di Matteo Bianchi

12 maggio 2023

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3′ di lettura

È cominciata la scrematura dei partecipanti alla prima edizione del Premio Strega Poesia, un’editio princeps apprezzata negli intenti, ma assai divisiva. Dopo settimane di polemica intorno alla possibilità data agli editori di candidare direttamente i loro campioni, il comitato scientifico, costituito da Maria Grazia Calandrone, Andrea Cortellessa, Mario Desiati, Elisa Donzelli, Roberto Galaverni, Valerio Magrelli, Melania Mazzucco, Stefano Petrocchi, Laura Pugno, Antonio Riccardi, Enrico Testa e Gian Mario Villalta, dei centotrentacinque titoli iniziali ne selezionati quarantaquattro che possono aspirare alla cinquina finalista. Lasciando che le case editrici si esprimessero liberamente, sotto la lente di un pool di esperti, la nascita dello Strega Poesia ha messo in discussione, di fatto, le modalità di giudizio di un settore da tempo lacunoso e criticato, ossia il migliaio di premi italiani dedicati alla letteratura contemporanea. L’agognata cinquina sarà annunciata venerdì 19 maggio, al Salone del Libro di Torino.

Le graziate

Nell’elenco spiccano alcune autrici per i tratti singolari delle loro poetiche: in primis “La via del poco” (Al3vie), di Anna Maria Farabbi, che nella premessa al viaggio in versi, manifesta il legame esistenziale tra ogni suo titolo pubblicato e l’editore coinvolto, rigorosamente indipendente. Ogni suo libro, pur avendo una tiratura limitata e connessa al territorio di gestazione, è un lavoro corale rivolto alla collettività. Di Farabbi, inoltre, non si può ignorare la stratificazione dei linguaggi – minerale, vegetale e animale – che funge da tramite per nominare le fragilità dell’essere umano. Parallelamente, in “Apolide” (Mondadori) Mary Barbara Tolusso utilizza un lessico ordinario per scostare il velo di Maya dal quotidiano più scontato e svelarne le tracce invisibili di vacuità, di crudeltà. Il registro colloquiale di Francesca Del Moro, in “Ex madre” (Arcipelago Itaca), scioglie invece la distanza tra il vissuto e la sua insostenibile portata emozionale, riuscendo a non sacrificare la versificazione per favorire le immagini immortalate. Gli anticorpi vetusti del genere poetico, che poco hanno a che fare con le dinamiche del mercato, hanno estromesso dalla contesa tanto “La signorina Nessuno” (Vallardi), di Giorgia Soleri, quanto le “Rime alfabete” (Salani) di Bruno Tognolini, entrambi condizionati dai loro stessi pubblici, e rispettivamente i fan di Damiano dei Måneskin e i lettori in erba.

L’escluso

Tra i tanti, non si spiega l’uscita prematura di “Peste e guerra. La poesia non salverà il mondo” (Interno Poesia), di Paolo Fabrizio Iacuzzi. L’antologia che copre quarant’anni di scrittura in versi, è composta da un’ampia selezione di testi, operata con il curatore Michele Bordoni, e seguita da una corposa intervista tra i due intellettuali, iniziata nel 2021 e durata circa nove mesi. “Ti ho conosciuto nel teatro dei simulacri / del tuo primo libro. Lo lessi nell’orto di guerra / fra Artaud e Bataille. E mi insegnasti la poesia”. Gli archetipi di peste e guerra sincretizzano gli apici della ferinità dell’umano e, al contempo, ne profetizzano la facoltà di riscatto, seguendo nei secoli le contraddizioni di un male quasi più democratico del bene. Tra le pagine il poeta mostra la storia maestra attraverso la dimensione privata, caricando sé stesso e i propri cari di un peso simbolico assolutizzante, e rimarcando un dualismo connaturato tra il sé personale e quello collettivo. “(…) A spiedo tutti // consegnati al tempo dei relitti fatti caino per teatro. / Dove figlio e nipote insieme. Paolo e Fabrizio riportano / in vita gli altri dalla disfatta”. Sono le intuizioni folgoranti di luziana memoria a riassettare il vissuto; è peculiare della sua poiesi tenere insieme ciò che sarebbe incontenibile, così nell’improvvisazione rapsodica l’urgenza di scrivere emerge magmatica e non può essere controllata logicamente, persino nell’atlante di un giardino: “Padre non estirpare da quella schiera l’iris / giallo. Non far sì che ciascuno sia tra sé // e sé intollerante. Lascia che io adorando / lo veda in uno stuolo beato fatto di brina”. L’assemblamento letterario-teatrale di questi scorci semantici compartecipa alla narrazione etica del passato e alla creatività sul futuro, non dalla pretesa salvifica attribuita alla poesia, ma a partire da essa.