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Donne in azione

Domenica 29 maggio presso la Libreria editrice I fiori blu al Pigneto si parlerà di Donne in azione, dalle Comunarde di Federica Castelli a Louise Michel, è che il potere è maledetto e per questo io sono anarchica, testo curato da Anna Maria Farabbi. Raffaella Polverini parlerà del progetto editroiale e umano che l’ha avvicinata a questo libro.

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L’arte tra bocca e cibo peso corporeo e peso della parola

di Milena Nicolini su Casamatta blog

https://www.casamattablog.it/articolo/note-di-lettura-4/

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Il canto dell’altalena. Incontro e scambio nel Giardino delle Beghine a Mantova

Sabato, 7 maggio
 
Mattino ore 9.30 – 12.30
 
Pranzo
 
Pomeriggio 14 – 17

“Un fiammifero nel buio del mito”, dice Anna Maria della sua riflessione su Sirene, Tiresia, Penelope, Antigone, Cassandra e Medea. O forse rovesciarne la lettura, nella poesia, con voce di donna consapevole della differenza e capace di partire dall’io per entrare nell’”origine del canto occidentale”.

Seminario Il canto dell’altalena con Anna Maria Farabbi

Il 7 maggio sarà con noi, nel Giardino delle Beghine, Anna Maria Farabbi, una poeta che da sempre lavora sulla parola in modo originale, lontana dall’accademia e dai riflettori di concorsi e premi. Ha pubblicato molti libri, scegliendo sempre piccole case editrici: raccolte poetiche, libri per bambini, opere per il teatro, saggi.

Alla riflessione sui nodi critici della società, quelli in cui sono visibili la difficoltà e lo scarto rispetto a ciò che si considera “norma” (sordità, anoressia, cecità, mutismo, emarginazione, vecchiaia…), intreccia l’analisi di figure femminili importanti, spesso misconosciute, come Louise Michel o Kate Chopin di cui ha approntato le prime traduzioni in italiano.

Conosce il nostro Giardino e lo considera un luogo di grande importanza, nel quale è possibile l’interazione tra linee di pensiero, con modalità diverse, sempre attente all’approfondimento e al versante femminile con la sua specificità e il suo diverso linguaggio.

Un passaggio del libro di Milena Nicolini sul Canto dell’altalena ci può aiutare a comprendere il versante dal quale muove la voce di questa poeta:

L’autrice torna ad una difficile esperienza che per un anno le tolse completamente la voce, quando comprese nel suo “corpo” cos’era per i muti la normalità quotidiana. Ne fece un “telaio esperienziale”, studiò più a fondo la sordità, il suono, le “profondità dilatabili dell’ascolto”, la meditazione, le “retoriche della parola ‘silenzio’”, la capacità di udire con tutto il corpo fin dall’utero materno.

Per lei stanno qui le “fondamenta della poesia”: non a caso lei la chiama “canto”.

Il suo lavoro sulla lingua non si distingue dalla vita, l’accesso sempre più profondo alla creaturalità della parola va in sincrono col “battito cardiaco”, l’ascolto attento diventa creazione “anche del canto”, ma insegna pure ad ascoltare e imparare il canto degli altri”, ad “ac cordarsi”, perché le voci del coro non si sovrappongono, ma si fanno complementari l’una all’altra “per l’opera”.

Ecco perché la sua poesia è “biologica, organica”, non dà garanzie di salvezza, ma solo “la scaglia nell’animalità, nel vegetale, nel minerale (…) a una via del poco, su cui, e dentro cui, possa accogliere la creazione e sostenerla”.

La poesia unisce chi canta e chi ascolta, attiva le possibilità plurali dell’io, esigendo il ‘tu’ e il ‘noi’, “il canto, prima di essere inchiostro, è vento, oralità: tramanda”. (M. Nicolini, L’uroboro nell’opera di Anna Maria Farabbi, ed. Rossopietra, pp. 54-55).

Penso che questa premessa possa aiutarci a comprendere la postura con la quale stare nel seminario di Anna Maria. Da qui è possibile interagire con lei a partire dalla nostra vita, dalla nostra riflessione e dalle nostre letture. Sulle figure del mito che fanno seguito, nel libro Il canto dell’Altalena, alla memoria dei giochi infantili, ognuna di noi, per vie diverse, ha avuto occasione di leggere, ascoltare e riflettere: Sirene, Tiresia, Penelope, Antigone, Cassandra e Medea.

Il nostro contributo al dialogo sarà prezioso e renderà il tempo che trascorreremo insieme ricco e nuovo.

                                                                                       Nella Roveri

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Louise Michel al Circolo Anarchico Berneri di Reggio Emilia

Venerdì 13 Maggio alle ore 21 Anna Maria Farabbi porterà il libro “Louise Michele è che il potere è maledetto e per questo io sono anarchica” alle donne libertarie di Reggio Emilia

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Umanità nova

Il 13 maggio, al Circolo Anarchico Berneri di Reggio Emilia, Anna Maria Farabbi presenterà il libro su Louise Michel

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DWF su Louise Michel

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Al3vie. Un progetto che è una strada di idee

https://www.sherwood.it/articolo/8957/al3vie-un-progetto-che-e-una-strada-di-idee

su Sherwood

I progetti di qualsiasi natura siano sono un composito mix di elementi. Sono contenitori da riempire e le parti che li costruiscono ne danno la dimensione, la direzione e concorrono al traguardo. Non importa che siano personali, aziendali, scolastici o altro. Sono sempre tutti accomunati dal rendere unico e focalizzato alla meta quello che di fatto sarebbero solo pezzi a sé stanti.

Rendono coese le parti.

I progetti editoriali non fanno eccezione e ognuno ha le sue peculiari caratteristiche che rendono il risultato unico e personale.

Non fa eccezione Al3viE, da poco entrata nel mondo dell’editoria, e che già nel suo nome di battesimo evidenzia la natura sfaccettata del proprio percorso. Una complessità che passa dalla scelta delle pubblicazioni all’attenzione su come fruirne. Uno sguardo che dalle produzioni d’oltreoceano è capace poi di creare sinergie nel Bel Paese.

Per capire fino in fondo dunque gli interessi di Al3viE ne abbiamo chiacchierato direttamente  Raffaella Polverini. Sempre con lei, abbiamo indagato anche come è nata la pubblicazione di Kate Chopin. Racconti” con saggio e traduzione di Anna Maria Farabbi.

Allora Raffaella partiamo proprio dall’inizio: il progetto Al3viE nasce in mezzo alla pandemia, nel 2021, e già nel nome ci dice qualcosa di importante. Precisamente ci parla di fruizione della lettura. Come mai avete sottolineato già da subito questo aspetto?

Per rispondere a questa domanda riprendo le righe che ho scritto nel Chi siamo del sito: “In Al3viE c’è il coraggio del passo che lascia il sentiero battuto, la fatica del procedere nella boscaglia, la determinazione graffiata, la visione dell’oltre e poi l’incontro con altri viandanti con i quali condividere la ricchezza del proprio orto, la bellezza del proprio giardino. Il cammino continua mentre il respiro prende il ritmo della salita, lì dove la terra incontra il cielo e la montagna accoglie come una grande madre. Dall’alto, in lontananza, colpisce la vastità del mare con le sue profondità. La discesa nasconde le sue insidie, richiede attenzione, ma incoraggia l’andare. Quando si incontra il nulla, il deserto con la sua realtà estrema, tutto sembra essere stato vano e scomparire come l’impronta cancellata dal vento, ma la via è ormai segnata. Qualcuno seguirà, riconoscerà il nostro passaggio e una carovana ci disseterà con l’acqua trasportata nelle zucche. L’opera è compiuta.” Nel pubblicare libri, rendendoli fruibili in modi diversi, dal cartaceo al digitale, passando per il multimediale con audio, video e booktrailer, si passa attraverso le proprie scelte che non seguono sentieri già battuti, che sono spesso controcorrente, lontane dalle regole del mercato, ma vicine a valori importanti, ad un impegno sociale e politico fondamentale e ad un essere donna, editoria oggi. Tutto questo mi porta a percorre Al3viE, impossibile non palesarlo fin da subito.

Siete situati in un piccolo comune del pavese, a Trivolzio. Come è fare editoria qui?

È difficile fare editoria ovunque. Sono nel pavese, ma con i social, con gli ebook, con le presentazioni si è lontani da confini geografici limitati e limitanti. Posso però dire che è sempre stato più semplice portare libri e corsi di scrittura creativa a Milano e provincia.

La vostra ultima pubblicazione mira a fare conoscere la figura di Kate Chopin, scrittrice americana vissuta nella seconda metà dell’800. Come mai la scelta è ricaduta su di lei?

La prima pubblicazione per Al3viE è stata una riedizione su Louise Michel, un libro che ho letto e che mi ha permesso di conoscere la vita di una donna che ha dedicato la sua vita agli altri: poeta, insegnante, anarchica e ribelle, ha lottato per le donne, per i più deboli, per la giustizia. Volevo portare e riportare luce sul suo operato. È stato lo stesso per Kate Chopin, in questo caso con la coedizione di Pièdimosca edizioni, casa editrice umbra. Abbiamo rieditato e unito due libri usciti nel 2003 e nel 2004 per due grosse case editrice, in un unico testo non solo per la qualità del lavoro svolto dalla traduttrice e curatrice Anna Maria Farabbi, che ha curato anche il libro su Louise Michel, ma soprattutto per l’importanza dei suoi contenuti. Leggendo i racconti di Chopin e passando poi al saggio scritto da Farabbi, che ha studiato Chopin per più di vent’anni, si entra non solo nella personalità controcorrente e decisamente antimaschilista di questa autrice americana del 1800, considerata antesignana del femminismo, ma si ritrovano dinamiche ancora presenti nell’universo femminile e nel suo continuo incontro e scontro con una società ancora troppo maschilista e patriarcale.

Come mai secondo te Chopin è nota, e letta, negli USA insieme a Zelda Fitzgerald, figura già più nota, mentre in Italia non ha avuto la stessa attenzione?

Kate Chopin è conosciuta in alcuni gruppi femministi e letta anche all’interno di corsi di scrittura creativa, credo però che molto poco sia conosciuta in ambito universitario, forse anche nella stessa America. Perché? Forse perché ancora oggi troppe autrici che hanno scritto di donne, per le donne, vengono cancellate, dimenticate, oscurate da chi invece potrebbe e dovrebbe aprirsi a canali di conoscenza e patrimoni letterari ricchissimi. La stessa Farabbi utilizza il termine “femminicidio intellettuale” e credo che non servano ulteriori spiegazioni.

Dei racconti della Chopin quali sono le due cose che hanno maggiormente attratto la vostra attenzione?

La prima cosa è senza dubbio quello che alla fine degli anni sessanta e agli inizi dei settanta nell’ambito dei gruppi femministi ha avuto una notevole importanza e cioè “l’autocoscienza”. Chopin nei suoi racconti parla di donne che perdono il contatto con sé stesse, con la loro femminilità, i sogni, i desideri, per donarsi totalmente all’altro, ai figli, ai doveri coniugali. In alcuni casi riescono a ritrovarsi, in altri si perdono definitivamente. La seconda cosa è sicuramente la “libertà” ritrovata o acquisita forse per la prima volta, per alcuni dei personaggi femminili da lei descritti. Quel riappropriarsi pienamente del nostro essere donne prima di tutto e non solo mogli e madri.

 Il progetto di Al3viE non si esaurisce di certo qui. Nel catalogo trovate altri lavori e soprattutto spunti di riflessione da guardare con attenzione.  Non ci rimane che augurarvi: buona lettura!

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La natura congiuntiva e irrimediabile della poesia

di Loredana Magazzeni per Leggendaria

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Incontrando Kate Chopin fra le pagine delle sue storie

Un bel viaggio nei corridoi della fiera Bookpride a Milano attraverso gli occhi di chi si avvicina al lavoro di tante case editrici.Linda Moon si è fermata a parlare dell’ultima pubblicazione di Al3vie “Kate Chopin. Racconti con saggio e traduzione di anna maria farabbi” e così descrive questo breve momento immerso fra le luci, le voci e le pagine che profumano ancora di stampa.

Per leggere l’articolo completo:

https://www.lindamoon.it/la-mia-full-immersion-al-book…/

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Nuova uscita: Kate Chopin. Racconti con saggio e traduzione di anna maria farabbi

In coedizione con Pièdimosca edizioni

Kate Chopin è considerata un’antesignana del femminismo. Siamo nella Louisiana del 1850, ma ciò che ha scritto è ancora fortemente attuale

Mettere a fuoco opere e personalità di eccellenza qualitativa, con potente originalità e forza eccentrica, eversiva, libera da canoni e retoriche è, lo credo fermamente, un dovere civile, politico, artistico. Nel corso dei miei studi, la mia attenzione si è concentrata prevalentemente su artiste che, nel corso dei secoli, hanno in modi diversi ma totalizzanti subìto ingiustizie di emarginazione, sottovalutazione, svalutazione, perfino cancellazione. Mai è un caso quando si verifica un atto di femminicidio intellettuale […]

Kate Chopin ha inciso il suo pennino nelle croste malate della quotidianità sociale e relazionale, soprattutto nelle carie della comunità, in quelle radici che precludono alla donna diritti e opportunità.

Dopo circa venti anni dalla loro prima pubblicazione, accolgo la riedizione di Le alfabetiche cromie di Kate Chopin e Un paio di calze di seta con piacere e gratitudine. Questa scrittrice americana non è ancora conosciuta come si dovrebbe, almeno qui in Italia. Al di là di alcune nuove traduzioni di The Awakening e di alcuni racconti, rimane assente o insufficiente una ricca offerta di lavoro monografico sulla sua intera opera. Il mio saggio aveva e ha l’intenzione di porgere strumenti di approfondimento e connessioni per chi studia e, al tempo stesso, per chi incontra per la prima volta Kate Chopin. Avere a disposizione in un solo libro il viaggio e il viatico mi sembra una buona opportunità.


anna maria farabbi